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CFO Solutions nell’Albo Unico dei Consulenti Finanziari. Intervista al presidente Andrea Giovannetti.

CFO Solutions, società di consulenza finanziaria indipendente con sede a Verona, è  – ad oggi – una delle 24 società iscritte all’Albo Unico dei Consulenti Finanziari nell’apposita sezione riservata alle Società di Consulenza Finanziaria. L’iscrizione, avvenuta lo scorso 3 giugno, è stata comunicata con delibera n° 1114 dell’Organismo di Vigilanza e tenuta dell’Albo Unico dei Consulenti Finanziari.

Dopo attenta analisi, CFO Solutions è stata inserita nell’Albo perchè tra le poche società in Italia a svolgere consulenza finanziaria indipendente – come attività prevalente –  già prima del 2008, anno in cui la legge aveva previsto, almeno sulla carta, l’Albo dei Consulenti Finanziari Indipendenti, senza dare però seguito alla sua attuazione effettiva.

Andrea Giovannetti, presidente di CFO Solutions Srl

Con il presidente Andrea Giovannetti, abbiamo approfondito alcuni passaggi importanti sul grande tema della consulenza finanziaria indipendente: la certificazione, gli attori, i ruoli, il futuro, le potenzialità e la necessità di “fare cultura” per una seria attività di consulenza finanziaria indipendente che è servizio al Cliente.

Cosa significa, innanzitutto, per CFO Solutions questa certificazione?

Vedere oggi sancita e riconosciuta questa professione significa raccogliere i frutti dei nostri primi 26 anni di attività. É, di fatto, il coronamento di un percorso di esperienza e soddisfazioni. La nostra attività è passata attraverso bolle speculative, crisi politiche ed istituzionali: abbiamo sviluppato i primi algoritmi di analisi dei mercati su computer con monitor in bianco e nero e processori da età della pietra. Ora non possiamo che augurarci che il settore, quello serio, della consulenza finanziaria indipendente possa veramente raggiungere la maturità e che gli attori coinvolti crescano, in modo che l’utenza conosca da vicino i benefici e il valore aggiunto di questo diverso approccio di “cura” e gestione del denaro.

Sul fronte dell’offerta del servizio, l’Albo apre a nuove opportunità professionali per quanti, consulenti di reti e banche, volessero avviare uno studio o una società di consulenza FeeOnly.

Al momento siamo ancora troppo lontani dall’esplosione di questo settore e occorre lavorare perché se ne parli di più. In materia di “cultura finanziaria” serve che anche in Italia si radichi l’impostazione anglosassone che distingue, da sempre, il soggetto che eroga consulenza, da quello che esegue le operazioni disposte dal Cliente. In quell’approccio vi è, di fatto, una chiara distinzione dei ruoli e delle competenze e, secondo normativa, l’attività del consulente indipendente è lontana da qualunque condizionamento. In Italia, invece, la Banca è ancora l’istituto prevalente dove l’utente trova sia la “consulenza” sia il prodotto.

Perché l’investitore dovrebbe scegliere la consulenza finanziaria indipendente? Quali i suoi punti di forza?

Perché è un modello di consulenza super partes per legge che fa della personalizzazione, flessibilità, trasparenza e qualità del rapporto fiduciario con il cliente il suo valore aggiunto. Lontano da qualsiasi condizionamento, senza conflitti di interesse sia nelle procedure, sia nei suggerimenti al Cliente, la consulenza finanziaria indipendente lavora a garanzia e nel pieno e unico interesse dell’investitore che è, anche, l’unico pagatore.

Ma il beneficio è anche sul piano dei costi.

La grande sorpresa è proprio sul fronte dei costi che il cliente della banca o dell’intermediario finanziario non sa di sostenere se non dalla lettura dettagliata di tutta la documentazione d’offerta. A fronte di un investimento di pari importo, il beneficio per chi si affida alla consulenza indipendente sta nell’azzeramento (o quasi) dei costi che l’istituto bancario applica in termini di costi di sottoscrizione e gestione annua. Sono queste le principali voci di costo che remunerano tutta la filiera e l’impatto è notevole. Sembra incredibile, ma per esperienza diretta rileviamo spesso costi annui che sfiorano il 3% anche su patrimoni consistenti. Stiamo parlando di 30.000 Euro di costo all’anno per ogni milione di patrimonio. Il consulente indipendente emette invece per le proprie indicazioni una parcella trasparente, come un qualsiasi libero professionista: il cliente potrà acquistare on line il prodotto o farlo direttamente in banca. Nel merito, non ricevendo alcun vantaggio economico nel consigliare uno strumento rispetto ad un altro, verranno suggeriti solo strumenti quotati caratterizzati da costi nulli o ridotti all’osso. Ecco allora che il risparmio è effettivo.

Restando sul tema di questi “costi nascosti”, oggi l’applicazione della Mifid2 consentirà agli investitori di conoscere il vero costo dei servizi di consulenza erogati dalle banche o intermediari finanziari.

Le banche italiane sono al momento in ritardo nell’invio, come da obbligo normativo, delle lettere di rendicontazione che dovranno arrivare a tutti i clienti circa le voci di spesa per i servizi bancari sostenuti nel 2018. É un obbligo innovativo che gli istituti bancari si sono impegnati a rispettare nei prossimi mesi estivi e che favorirà lo sviluppo della consulenza indipendente con una parcella trasparente.

In questa direzione quali sono invece gli obblighi per il consulente indipendente?

In nome dell’adempimento della stessa ratio della norma, come consulenza indipendente abbiamo l’obbligo di indicare l’iscrizione all’albo, rilevare le caratteristiche del Cliente al fine di identificare gli strumenti e le operazioni più adeguate alla sua situazione socio-economica e di propensione mentale al rischio, rappresentare sia ex ante che ex post tutti i costi connessi al servizio, quindi non solo la parcella, trasparente per definizione, ma anche i costi applicati dalla banca allo strumento che si va a suggerire. Questo sicuramente sarà di aiuto per evidenziare sia al Cliente, sia alle autorità, il vantaggio “monetizzabile” per l’investitore.

Silvia Fazzini
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c/o Phoenix Group – Ufficio Stampa
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