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Phoenix Capital, intervista per "Squadra che vince"

Phoenix Capital, presieduta da Giulio Fezzi, nell’anno del 15° anniversario ha inaugurato un’innovativa business unit dedicata ai broker assicurativi. Entrano nel team Paolo Masini e Mirko Odepemko, manager di lungo corso nel settore assicurativo, nel mondo degli Intermediari e della distribuzione.

Matteo Scolari di Radio Adige li ha intervistati nel suo programma “Squadra che vince”.

Da sx: Matteo Scolari, direttore Radio Adige, e Giulio Fezzi, presidente di Phoenix Capital.

L’esperienza di Phoenix nasce anche grazie a una sua esperienza diretta e per tanti anni nel settore assicurativo. Recentemente, prima dell’apertura di questa nuova business unit dedicata ai broker, Phoenix aveva inaugurato nel novembre scorso una precedente divisione di “Distribuzione assicurativa” assieme al partner Vitanuova. Sono due linee completamente diverse, è giusto?

Giulio Fezzi: «Assolutamente. La divisione di “Distribuzione assicurativa” che abbiamo lanciato in partnership con Vitanuova alla fine dello scorso anno è proprio una divisione di attività di brokeraggio assicurativo. Federico Massalongo, che il responsabile di quella divisione, ha i suoi clienti per il quali valuta i rischi e propone il miglior prodotto che è nel portafoglio di Vitanuova, che non a caso è un broker di assicurazione. Abbiamo scelto Vitanuova perché partner di elezione, c’è un’affinità nativa e naturale. Ma proprio a partire dall’esperienza che portiamo avanti da sette anni con Vitanuova, e per i quali svolgiamo una serie ampissima di servizi, abbiamo ritenuto opportuno unire queste competenze con le persone di Paolo Masini e Mirko Odepemko, che conoscono tutto il resto del mercato di brokeraggio assicurativo. La nuova business unit propone i nostri servizi ai broker assicurativi e può facilitare i rapporti di questi broker di assicurazione con le compagnie di assicurazione, con cui abbiamo diversi rapporti. È proprio in questa area di mezzo che stiamo lavorando: si tratta una divisione puramente B2B, quindi lavoriamo offrendo servizi ai broker o offrendo i servizi dei broker alle compagnie di assicurazione».

Quindi, se ho capito bene, è un’operazione di supporto e un’azione di formazione per aumentare lo standing di un potenziale broker offrendogli dei servizi sempre aggiornati per essere sempre più spendibile sul mercato anche agli occhi delle compagnie.

Giulio Fezzi: «Esatto, il broker assicurativo è una figura di mezzo tra compagnia e cliente finale e, negli ultimi anni, sta avendo un’evoluzione molto interessante e direi multiforme. Con questo intendo dire che dal brokeraggio, che rimane core, ci sono poi esperienze per cui questa figura sta assumendo un ruolo di mezzo anche tra compagnia e canali distributivi, canali che una volta non si servivano di questa figura. Un esempio è quello della Bancassicurazione, dove, in alcuni casi, proprio per risolvere il tema del colloquio tra compagnia di assicurazione ed esigenze particolari, alcuni broker stanno trovando un ruolo di mezzo anche in quel settore. E questo è un altro settore di nostra elezione».

 Qual è l’identikit del broker assicurativo di oggi?

 Paolo Masini: «I broker hanno una rilevanza nel mondo assicurativo perché hanno una differenziazione rispetto agli agenti di assicurazione. Gli agenti di assicurazione, infatti, lavorano con il marchio della compagnia e posizionano sul mercato i prodotti della loro compagnia. Il broker, invece, non è legato alla compagnia, è legato al cliente. Fa lo stesso mestiere ma in una forma assolutamente diversa: siamo indipendenti, tuteliamo i clienti perché il nostro rapporto è diretto con il cliente. Studiamo il rischio a cui sono esposti e proponiamo alle compagnie di quotare quel rischio e quindi intermediamo la polizza. Normalmente poi il broker parla con tutti il mercato assicurativo, quindi quando ha il rischio studiato poi lo propone a più di una compagnia così da trovare il migliore prezzo possibile e le migliori condizioni, sempre a tutela del proprio cliente. Questo è il lavoro del broker».

Quindi possiamo dire che questa professione ha un approccio fortemente consulenziale e sartoriale in quanto costruita attorno alle esigenze del cliente?

Mirko Odepemko: «Diciamo che oggi il broker è un professionista che fa da consulente per il proprio cliente finale. Come diceva giustamente Paolo Masini, ha la capacità di analizzare i rischi del proprio cliente e cerca di piazzare il rischio tramite le compagnie di mercato. Effettivamente è un intermediario libero, libero vuol dire non legato a più compagnie del mercato assicurativo. Oggi un broker può tranquillamente accedere ai mercati del piazzamento del rischio presenti in tutto il mondo. Ovviamente è una professione molto seguita dall’authority Ivass e questo, devo dire, è significativamente importante perché dà una garanzia di serenità al cliente finale ma, soprattutto, fa sì che piano piano la professione del broker diventi nel tempo sempre più professionale con la p maiuscola».

 Consigliereste a qualche giovane di provare la professione del broker?

Mirko Odepemko: «Se c’è qualche giovane che pensa di fare economia o giurisprudenza, può anche pensare al mondo assicurativo. Io sono laureato in giurisprudenza, non pensavo di fare l’assicuratore e, invece, devo dire che è un mondo estremamente interessante. Credo che i giovani lo conoscano veramente poco: essere nel mondo assicurativo non vuol dire vendere le polizze, vuol dire conoscere le polizze, le esigenze del cliente e coprirle con le polizze. È assolutamente entusiasmante. I giovani dovrebbero sapere che è un mondo aperto a tutti coloro che hanno passione».

Paolo Masini: «Molte volte le assicurazioni sono confuse con le banche. Invece siamo profondamente diversi, certo nel mondo assicurativo esiste la finanza, non c’è alcun dubbio, ma è un settore estremamente tecnico con regole completamente diverse. Sicuramente in Italia esiste un problema di “sotto assicurazione”, ma esiste anche un problema di poca diffusione del pensiero assicurativo, e questo perché non esiste un corso di studi specifico, salvo qualche master.  Spesso è un mestiere che si impara facendo e, a mio parere, è molto attrattivo».

 

L’intervista integrale si può rivedere sul sito di Radio Adige:

https://www.radioadige.tv/app/live/live?w=29755

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