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2008-2023. Phoenix Capital, i nostri primi 15 anni. Giulio Fezzi: «Il motto: diversificare in modo integrato, senza perdere di vista il core business»

Era il 7 marzo 2008: una sede nel cuore di Verona, in Corso Cavour. Tre persone, l’attuale governance: il presidente Giulio Fezzi, l’AD Giovanna Saraconi e Alberto Fezzi, avvocato e, dal 2020, Responsabile Affari Legali e Societari e Relazioni Istituzionali di Phoenix Capital. Un claim già chiaro: “Make Things Happen” –  “far succedere le cose” – e nel logo, la mitologica fenice ad imprimere approccio e visione. Una consulenza pragmatica, concreta, instancabile nel fare e ri-lanciare, migliorando.

Oggi, Phoenix Capital Iniziative di Sviluppo – polo di consulenza manageriale, corporate finance e servizi tecnologici e operativi per lo sviluppo del business e l’ottimizzazione di processi e progetti di banche, assicurazioni, operatori dei pagamenti e imprese – è costituito da un team di oltre 70 persone, tra dipendenti e consulenti, suddivisi su quattro sedi: Verona, Milano (nella prestigiosa Piazza Affari), Roma e Lussemburgo;  contempla 50 società partner e 16 partecipazioni. Con l’obiettivo, nel 2023, di strutturarsi in Svizzera e nel più ampio contesto internazionale.

Nel ripercorrere questi primi 15 anni della sua “creatura” Giulio Fezzi, presidente di Phoenix Capital Iniziative di Sviluppo, lascia trasparire i ricordi: «Sembra un giorno e mille anni, al contempo. Ma l’emozione è quella dei primi giorni. È stata una lunga cavalcata, interessante, piena di nuove iniziative di sviluppo in cui ci siamo vestiti da pionieri, lasciando progetti realizzati sul territorio. Con il piacere di misurarci sempre con cose nuove ma attraverso un approccio che ha profonde fondamenta. E il 2023 sarà un altro anno importante».

I NUMERI DI PHOENIX CAPITAL. 75 professionisti, con step di crescita intermedi da 30 a 50 persone; 7 Divisioni di business: Business e Management Consulting, Corporate Finance, Cyber & Tech Solutions; Business Process Outsourcing; Insurance Distribution, Defence & Industrial; MediaCom; Sport, Entertainment & Culture; 16 partecipazioni societarie; più di 80 clienti attivi, di cui 19 nuovi clienti solo nel 2022; più di 50 società partner; dal 2012 una crescita media annua superiore al 26%.   E ancora, 44 certificazioni, tra cui a fine dicembre 2021 la prima certificazione SiRating di sostenibilità con uno score di tutto rispetto pari a 77/100 sui criteri guida dell’agenda ONU 2030. E ancora, applicazioni di Business sviluppate in-house, tra cui la suite di profilazione psicometrica e robo-advisor x-Pro  e 11 accordi con atenei nazionali ed internazionali per tirocini formativi con gli studenti e progetti di ricerca e sviluppo.

L’ANIMA DEI PIONIERI – In questa cifra perennemente innovativa che contraddistingue la nascita e l’evoluzione di Phoenix Group si inserisce, ad esempio, la visione lungimirante che portò alla creazione – nell’attuale sede veronese in via Torricelli (dove Phoenix arrivò nel 2010) – del primo co-working aziendale sorto a Verona. Era il 2012.

«Abbiamo effettivamente anticipato i tempi, forse con un timing addirittura troppo anticipatorio», la battuta del presidente Fezzi, «Ma la visione era giusta. In quella fase di co-working siamo stati incubatori ed acceleratori di spin off dell’Università di Verona e di start up sociali. Uno Smart Office in cui oggi risiedono realtà partner: qui è nato nel 2015 il broker assicurativo Vitanuova; qui risiede CFO Solutions SCF».

La governance di Phoenix Capital con i Direttori delle sette Divisioni di Business.

IL MOTTO, DIVERSIFICARE SENZA PERDERE DI VISTA IL “CORE” e l’ATTENZIONE ALLE PERSONE. In questi ultimi anni, la via perseguita è stata quella di diversificare il business, senza mai perdere di vista il settore core, ovvero quello “Financial” per banche e assicurazioni, operatori dei pagamenti e imprese. La seconda cifra è la progettualità territoriale e l’attenzione alle persone. Su entrambi i fronti il 2022 è stato un anno importante. Per il territorio, l’avvio di NextGen Verona (ex Finval), holding di servizi e veicolo di investimento: realtà che annovera più di 40 soci. La nascita di FC Clivense, caso di scuola di progettualità territoriale ha permesso a Phoenix, oggi, di poter disporre di tutta la filiera di competenze utile a costruire un progetto di questo tipo dall’idea alla realizzazione: il piano di business, il piano finanziario, la comunicazione, la raccolta “crowd” e la ricaduta “a valle” con il mondo dei giocatori e dei fan sugli spalti e sul digital-hub.

PERSONE, COMPETENZE E FORMAZIONE: LA PHOENIX BUSINESS SCHOOL

La forza di una società di consulenza si “misura” sulle persone e sulle loro competenze. In questa direzione l’avvio, a fine settembre 2022, della Phoenix Business School è un progetto cardine della società. Iniziativa di alta formazione manageriale sul modello americano, la Business School offre ai dipendenti e collaboratori interni di Phoenix ma anche ai clienti/partner, una proposta strutturata con un Master triennale post-laurea in Management Consulting e corsi specialistici.

Partita con un modulo propedeutico, nel 2023 si lavorerà a consolidarne, anche, la struttura digitale, mettendo a terra una piattaforma di e-learning collegata alla Phoenix Business School, grazie all’avvio di una Corporate TV “live e on demand”, strumento scalabile anche con nuovi clienti.

GLI ALTRI OBIETTIVI 2023 – Tra gli obiettivi 2023, quello di proseguire con una pianificazione operativa per crescere ancora nel core Financial;  lo sviluppo del nuovo filone “Mobility”; sul fronte tecnologico proseguire con le partnership in essere con un big come Fastweb e consolidare la collaborazione con Nethive ed Euroinformatica sulla Cyber Security; la messa a regime delle tre nuove Divisioni inaugurate nel 2022: Defence & Industrial; MediaCom e Insurance Distribution. Infine, proseguire con iniziative sul territorio, crescere nel potenziamento capitale umano e guardare all’internazionalizzazione.

«Non facciamo voli pindarici: l’obiettivo è crescere nel team, puntando a 150 persone nei prossimi 3/5 anni. Aumentare la presenza all’estero, almeno in tre paesi. Ci siamo in Lussemburgo, ci stiamo strutturando in Svizzera ma guardiamo, almeno, ad un altro paese estero».

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