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Metodo, visione e il partner giusto: cosa serve per un’operazione di successo. Intervista al CEO di Etisicura

In seguito all’operazione di acquisizione del broker assicurativo Etisicura S.r.l. da parte di Consulbrokers S.p.a. che ha visto Phoenix Capital operare a supporto della prima realtà, abbiamo intervistato Pietro Brogna, CEO di Etisicura S.r.l., per capire il suo punto di vista rispetto a quanto accaduto.

  • Il settore del brokeraggio assicurativo sta vivendo una fase di profonda trasformazione, con numerose operazioni di aggregazione. Come vede questo trend e quali riflessioni ha fatto prima di avviare questo tipo di percorso?

«Negli ultimi anni il nostro settore è stato interessato da un forte consolidamento: le dimensioni contano sempre di più, sia in termini di efficienza operativa che di capacità negoziale. Noi abbiamo sentito il bisogno di affrontare questo cambiamento in modo proattivo, cercando una soluzione che valorizzasse ciò che abbiamo costruito negli anni ma che al contempo ci permettesse di competere a un livello più alto. È stata una scelta strategica maturata con consapevolezza.»

  • Quali sono stati, dal suo punto di vista, gli aspetti più complessi da gestire nel corso del processo che ha portato all’ingresso del nuovo partner industriale?

«Ogni operazione di questo tipo ha le sue complessità: capire il posizionamento dell’azienda nel mercato, costruire un equity story solida, selezionare il partner giusto con cui condividere la visione. Non è solo una questione di numeri, ma anche di cultura, di obiettivi comuni, di sinergie reali. Aver avuto al nostro fianco chi ci ha aiutato a strutturare e governare il processo è stato sicuramente determinante.»

  • Quanto è stato importante avere una visione chiara del valore della vostra azienda prima di avviare il confronto con potenziali partner?

«Fondamentale. Solo partendo da una valutazione precisa – che tenesse conto non solo dei risultati storici, ma anche del potenziale futuro – è stato possibile avviare trattative equilibrate. Inoltre, comprendere fino in fondo i driver di valore ci ha permesso di comunicare al meglio chi siamo e dove vogliamo arrivare. Un lavoro che richiede competenze e strumenti specifici.»

  • L’ingresso in un gruppo più grande può comportare il rischio di perdere identità o autonomia. Come avete gestito questo aspetto?

«Era una delle nostre principali preoccupazioni iniziali. Ma lavorando bene nella fase preliminare, siamo riusciti a individuare un partner che valorizzasse la nostra struttura, la nostra squadra e il nostro approccio. Questo è stato possibile anche grazie a una preparazione attenta e a un processo di selezione molto accurato, che ha permesso di trovare la miglior corrispondenza tra visioni imprenditoriali.»

  • Guardando indietro, cosa ritiene abbia fatto davvero la differenza nel successo dell’operazione?

«Credo sia stata la capacità di affrontare il processo con metodo, tempismo e visione. Ogni fase – dall’analisi preliminare alla definizione dell’accordo – è stata affrontata con grande attenzione ai dettagli. Aver avuto il supporto di professionisti esperti, in grado di guidarci e tradurre in valore la nostra storia imprenditoriale, ha fatto davvero la differenza.»

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